Alta Via della Valmalenco (3 giorni)

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Alta Via della Valmalenco (3 giorni)

Già nel luglio 2016 avevo percorso questo itinerario eccezionale in compagnia di un gruppo di ragazzini guidati da Valeria Pedrolini (accompagnatore di media montagna) e dalla simpatica Serenella. Era stata un esperienza indimenticabile impreziosita a metà settimana da una nevicata che scese fino a 2000 metri di quota. A chi vorrebbe cimentarsi in questa avventura, consiglio vivamente di compierla in una settimana così da godersi a pieno e con calma il tutto.

Caspoggio

Ora però vi racconterò in breve come l’abbiamo fatto io e Laura nel 2019. Un venerdi di agosto partiamo a piedi da Caspoggio m 1098, saliamo a S.Antonio poi seguendo le indicazioni per il rifugio Cristina m 2222, attraversiamo lungamente un bellissimo bosco fino a sbucare al vasto alpeggio di Acquanegra m 2116, da qui in breve tempo siamo dalla Vania del rifugio Cristina all’alpe Prabello per una birra e un panino.

Rifugio Cristina e il pizzo Scalino m 3323

Riprendiamo a camminare, superiamo il rifugio Ca Runcasc e giungiamo dall’amico Lele del rifugio Zoia m 2021 per un altra birra (arsura di luglio).

Rifugio Zoia

Ci rincamminiamo, saliamo il muro della diga di Alpe Gera e dopo 45 minuti siamo al rifugio Bignami m 2401, dove lo sguardo viene catturato dallo spettacolo del ghiacciaio di Fellaria.

Il rifugio Bignami e il ghiacciaio di Fellaria

Salutiamo Luca (gestore) e proseguiamo diretti alla bocchetta di Fellaria m 2819. Scendiamo un pochettino e dopo una scomodo tratto su blocchi siamo al rifugio Carate m 2636 e alla bocchetta delle Forbici da dove si apre una vista improvvisa e mozzafiato sul gruppo del Bernina.

Il lago delle Forbici e il gruppo del Bernina

Traversiamo in direzione nord fino a trovarci al lago di Musella, sopra le nostre teste c’è il rifugio Marinelli m 2813 che raggiungiamo dopo un ultimo strappo. Come succede spesso qui in Marinelli, poco dopo essere arriavati facciamo aperitivo con Giuseppe (gestore). Il pernottamento qui è sempre piacevole.

Il rifugio Marinelli m 2812
Nel vallone dello Scerscen

Il mattino dopo riprendiamo il sentiero verso ovest, scendiamo nel vallone dello Scerscen da dove ricominciamo a salire per raggiungere l’ex rifugio Scerscen m 2957, il panorama è fantastico. Dopo uno spuntino, scendiamo in direzione del rifugio Longoni m 2450 che raggiungiamo in 1 ora e 30.

Il rifugio Longoni e il monte Disgrazia m 3678

Salutiamo Elia (gestore), scendiamo a Chiareggio m 1612 per poi risalire da Floriano al rifugio Porro m 1965 dove pernotteremo. Arriviamo perfetti per l’aperitivo poi cena e a nanna presto.

Aperitivo al rifugio Porro
I laghetti di Sassersa

Il mattino seguente ci aspetta la dura salita al passo Ventina m 2675 che vinceremo in un paio d’ore. Scendiamo ai bellissimi laghetti di Sassersa e poi ancora gìù nel vallone detritico fino al bivio dove deviamo a destra in direzione del rifugio Bosio m 2086. Oltrepassiamo i Giumellini m 1756, traversando sempre alti superiamo anche l’alpe Mastabbia m 2097 e in breve tempo e pressochè in piano arriviamo alla Bosio.

Il rifugio Bosio e i Corni Bruciati

Per completare tutto il percorso dovremmo scendere in val Torreggio fino a Torre Santa Maria ma siccome abbiamo la macchina a Caspoggio e non ho voglia di scomadare amici per farci venire a prendere, decidiamo di scendere dall’alpe Lago di Chiesa e giù fino a Chiesa Valmalenco per poi risalire brevemente fino a Caspoggio. L’anello è stato compiuto, non ci resta che goderci un ottimo aperitivo allo Zenith (Centro sportivo di Caspoggio) e ripercorrere le tappe mentalmente.