Monte Cortafon m 1688

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Monte Cortafon m 1688

Loc.partenza: Garzeno m 662

Dislivello: 1400

Difficoltà: EE

Note: il sentiero non è segnalato tranne che nell’ultimo tratto del monte Paraone, per questo meglio non percorrerlo in caso di tempo incerto. I temporali inoltre possono essere molto pericolosi visto che si è sempre esposti proprio su una dorsale. Anche le nebbie che avvolgono spesso le cime nel periodo estivo possono essere pericolose in questo posto, ci vuole davvero poco a trovarsi in difficoltà. Alcuni tratti anche se brevi sono un pò esposti, altri potrebbero risultare scivolosi a causa dell’erba visega. Noi siamo partiti da Garzeno perchè Laura ha casa li altrimenti converrebbe partire dalla bocchetta di Germasino anche se poi il punto di rientro non combacia con il punto di partenza a meno che non si scelga di scendere dalla strada del Giovo in val San Jorio oppure di organizzarsi con 2 auto.

Guardandola da Morbegno l’ho sempre ritenuta insignificante perchè piuttosto che una cima mi è sempre sembrata una sorta di spartiacque tra valle Albano e val San Jorio ma dopo aver visto alcune foto mostratemi da Laura mi sono dovuto ricredere alla grande. Quello che io ritenevo un panettone separa valli, in realtà è una lunga sequenza di cime che allineata da est a ovest si spinge fino al rifugio Giovo.

Garzeno visto dalla croce

Dal centro di Garzeno, saliamo tra le strette viuzze del paese e diciamo così un pò a occhio raggiungiamo e superiamo l’Avolo m 865 (radura con alcune vecchie baite) poco dopo ci troviamo all’Adventure Park.

I masun
S.Anna nella nebbia

Lo attraversiamo e continuiamo a salire, oltrepassiamo S.Anna e in qualche modo siamo alla bocchetta di Germasino m 1239, da qui prendiamo l’evidente sentiero sulla sinistra (non segnalato) che segna la partenza della lunga dorsale che seguiremo fino al Giovo. Il sentiero sale nel bosco di conifere a tratti ripido fino a sbucare ad una croce panoramica m 1370. Per la verità noi siamo in mezzo alla nebbia e non vediamo nulla. Facciamo una sosta e finalmente il lago di Como occhieggia tra le nebbie.

la croce panoramica

Ripartiamo dalla croce, sempre in prossimità della dorsale entriamo in un bellissimo viale in mezzo al bosco fino alla fine della vegetazione. Il panorama si apre molto vasto, sempre bello procedere su una dorsale come questa.

Il viale nel bosco
L’aggiramento del dente roccioso
Salendo al Cortafon, lungo la dorsale si vede il dente roccioso che abbiamo aggirato

Successivamente ci troviamo davanti un dente roccioso che dobbiamo aggirare sulla sinistra. Su traccia abbastanza evidente passiamo a sud del dente riportandoci successivamente nuovamente in cresta in vista del monte Cortafon. Ed eccoci ad un secondo risalto roccioso che ugualmente lo aggiriamo sulla sinistra (sud). Il sentierino taglia in costa ripide coste erbose dove bisogna avere un minimo di attenzione. Superato l’ostacolo ci troviamo di nuovo in cresta che seguiamo più o meno fedelmente tranne per l’ultimo strappo ripido ma non difficile per la vetta dove ci si sposta leggermente a sinistra.

In vetta al Cortafon

Il meteo è nettamente migliorato, la temperatura è tutt’altro che calda ma di contro è limpidissimo. Dopo una breve sosta ci portiamo sulla cima ovest in pochi minuti, anche qui ci fermiamo ad osservare lo spettacolo che abbiamo intorno.

In direzione del piz dal Matter, sullo sfondo a sinistra il pizzo di Gino, a destra la Marmontana

Ripartiamo, la strada è ancora lunga ma restando sempre in quota si guadagna velocemente terreno e in breve tempo siamo sul piz del Matter da dove la vista si apre sul possente ma dolce monte Paraone m 1809. Il percorso è facile ma forse un pochino più lungo di quello che sembra.

Dopo il Cortafon verso il piz dal Matter
Il piz dal Matter ora è più vicino

Con percorso piacevole e dopo aver superato un passaggio esposto siamo alla base del Paraone dove troviamo la cartellonistica, qui si ha la possibilità di abbandonare la traversata e quindi di scendere verso sud in valle Albano oppure a nord in direzione della strada del Giovo.

Ovviamente noi affrontiamo l’ultima salita e in breve siamo sulla larga sommità del monte Paraone, punto più alto della traversata. Iniziamo a scendere in direzione (ovest) del Giovo costeggiando varie trincee della grande guerra e in breve tempo siamo all’ex caserma della guardia di finanza poi diventato rifugio Giovo.

Verso il monte Paraone
Cartellonistica alla base del Paraone
In vetta al Paraone, sopra di me la bassa Valtellina
Fiancheggiando le trincee scendendo dal Paraone verso il Giovo
Rifugio Giovo

Per il ritorno decidiamo di scendere dalla valle Albano utilizzando la comoda stradina militare che inizialmente taglia grandi e ripidi pendii erbosi poi attraversa il bellissimo panettone dell’alpe di Brento m 1461. La discesa continua con alcuni tornanti fino a raggiungere le case di Piazza Cavada m 1175. Continuiamo a scendere senza possibilità di errore, attraversiamo le case dei monti di Ciaccio m 1020 poi quelle dell’agglomerato di Brenseglio m 662 ed infine Quang dove visitiamo il bel Santuario. Poco dopo chiudiamo l’anello a Garzeno.

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La strada militare scendendo in valle Albano
Piazza Cavada in valle Albano
Brenseglio, sullo sfondo il monte Bregagno e il Marnotto
Santuario di Quang