Traversata val Pilotera-val Pesciadello
Loc.di partenza: alpe Orlo m 1165
Dislivello: m1300 (primo giorno) – m 600 (secondo giorno)
Difficoltà: EE Tratto di sentiero poco evidente tra l’alpe Piodella e l’Alta Via. Tratti esposti per il pizzo Setaggio
Note: le chiavi del bivacco Lavorerio si recuperano al bar San Martino di Gordona
Era tantissimo tempo che avevo in programma di pernottare al bivacco Lavorerio in alta val Piodella.
Una baita ristrutturata con tutti i confort, completamente fuori dal flusso turistico.
E’ settembre uno dei momenti migliori per girare in montagna, l’aria è più fresca e spesso limpida a differenza dell’estate quando persiste una situazione di cielo afoso e con i soliti cumuli che si addensano a ridosso delle cime.
Sono d’accordo di salire con un mio amico che purtroppo solo all’ultimo mi comunica che ha un impegno improvviso e inderogabile. Resto spiazzato, al momento con grande dispiacere abbandono l’idea ma poco dopo mi ricarico e immediatamente decido di andare comunque da solo.
Al bar San Martino di Gordona recupero le chiavi del bivacco e salgo in auto fino all’alpe Orlo m 1165.
Parto col mio zaino pesante dove nel caso di una bivaccata non può mancare attrezzatura fotografica compreso cavalletto, cibo abbondante e birra o vino immancabili. Ho tutto il tempo per arrivare al bivacco perciò me la prendo comoda fotografando qua e là la zona dove oltretutto non passavo da molti anni. Supero il bivio che in pochi minuti scenderebbe al Pont Secret (vecchio ponte di corda). Dopo aver percorso lungamente tutta la vallata, un vecchio ponticello in sasso mi permette di superare il torrente dove si trova una bellissima pozza verde smeraldo. Uno strappetto mi fa accedere a “La Val de Fo” m 1330 (Alpe di Fuori), successivamente approdo a “La Val Dent” m 1486 (Alpe di Dentro).
Senza raggiungere la baita devio a destra (indicazioni) e inizio a salire in modo deciso, supero le mucche al pascolo, devio a sinistra (cartelli) e approdo alla spianata della valle, un ponticello mi permette di superare il torrente e in pochi minuti dopo aver sceso una bella scalinata in sasso, sono alla baita Lavorerio m 1862, alpeggio costituito da 4 baite. Apro la baita come se fosse mia, che bella. Di fuori al sole mi gusto un panino poi dopo aver tolto dallo zaino tutto quello che non mi serve, ritorno sui miei passi, riattraverso il torrente e seguo le indicazioni per alpe Piodella m 2045 che raggiungo dopo una mezz’oretta. Bellissime le baite perfettamente ristrutturate.
Dall’alpeggio, invece di proseguire per il lago Piodella dove sono passato poco tempo fà, decido di salire alla bocchetta de “La Porta di Piodella” per vedere cosa mi aspetta domani. Il percorso si fà faticoso, ben segnalato con bianco e rosso ma su sentiero quasi inesistente. Raggiungo il sentiero dell’Alta Via, lo seguo brevemente verso destra poi decido di salire al pizzo Piodella m 2456 ormai molto vicino. Seguo una sorta di costola abbastanza ripida e in breve tempo sono in vetta dopo aver incontrato un paio di vipere intente a prendere il sole.
Dopo aver ammirato il panorama decido di seguire il filo di cresta e salire anche il pizzo Setaggio m 2476. La cresta non è difficile ma si tratta pur sempre di una cresta e presenta alcuni tratti un pò esposti, spettacolare le lisce piode che calano sui versanti nord di queste montagne mentre i versanti sud sono coperti per lo più di pascolo.
Rimango in vetta a gustarmi la solitudine fino alle 16:30 poi scendo ricalcando lo stesso percorso fino alla baita che per una notte si trasforma in casa mia. Il sole scende regalandomi lo spettacolo della luce serale. Scatto un pò di foto senza agitarmi troppo, voglio godermi questo momento. Finito il tramonto e l’ora blu rincaso per cenare, mi preparo una pasta col tonno che stasera mi sembra una favolosa specialità.
Più tardi esco nuovamente per scattare alcune foto notturne, nel frattempo la luna sbuca tra il pizzo Badile e il pizzo di Prata e illumina le nebbie facendole somigliare ad un mare mosso. Che spettacolo, il tutto sembra surreale accentuato dalla solitudine assoluta di questa vallata.
Rientro in baita e finalmente vado a letto. Il silenzio assoluto a volte può sembrare assordante ma non questa volta, infatti mi addormento tranquillamente.
Direttamente da sotto le coperte, dò un occhiata alla finestra che guarda verso est notando un primo accenno di luce. In un attimo sono fuori nuovamente a fotografare, le stratificazioni di nuvole all’alba mi regalano delle tinte delicate, in breve il sole sorge a fianco del pizzo di Prata.
Dopo colazione verso le 9 sono pronto a ripartire, nel frattempo le cime sono già coperte dalle nebbie che non mi aspettavo. Ripercorro il medesimo percorso di ieri, nei pressi de “La Porta di Piodella” sono completamente nella nebbia ma la luce mi fà percepire che poco sopra il cielo è sereno perciò ritorno sul pizzo Piodella, infatti riesco a bucare le nuvole. Mammamia che spettacolo mi sembra di volare. In lontananza il pizzo Cavregasco, il pizzo Ledù, il monte Legnone sembrano delle isole. Fin verso mezzogiorno resto in vetta a guardare il movimento delle nebbie che fanno su e giù dalle vallate.
Scendo a “la Porta di Piodella” e seguo i segnali bianco rossi. Il percorso attraversa i grandi pascoli della val Pesciadello. In 30 miniti circa sono alle baite dell’Avert de Mez m 2070. L’alpeggio ormai abbandonato conta una quindicina di baite forse di più. Mi fermo per fare uno spuntino in questo luogo fuori dal mondo.
Riprendo la discesa che si fà decisa fino ad attraversare alcune vallette poi con andatura più pianeggiante giungo al dosso di Pregassone m 1914, anche qui sono presenti numerose baite di cui solo una è stata sistemata.
Proseguo sul sentiero sempre segnalato e dopo un tratto in saliscendi sono all’alpe Cima m 1860, famosa per il suo campanile bianco. Faccio merenda su un tavolino, anche qui le nebbie vanno e vengono ma non mi danno assolutamente fastidio, anzi aggiungono bellezza al luogo.
Ormai la mia due giorni volge al termine, percorro la ripida discesa che mi fà calare velocemente alla bellissima Cermine m 1341 dove da sfondo la piramide del pizzo di Prata si mostra tutta la sua imponenza. Dal parcheggio recupero la bellissima mulattiera che in breve tempo mi riporta all’alpe Orlo m 1165 dove chiudo l’anello.
Si chiudono qui due giorni spettacolari trascorsi in completa solitudine tra le montagne della val Bodengo che non scorderò mai.
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