Zucco di Sileggio m 1373


Visto la quota esigua della cima, non mi aspettavo un percorso così impegnativo. Dalla località Sovico m 405 dove lascio l’auto, salgo in cima al paese tra le case dove trovo le segnalazioni per lo Zucco di Sileggio e non solo. Pensavo di salire per la direttissima (sentiero 17a) ma sono troppo attratto dalla chiesa Santa Maria sopra Olcio costruita in luogo privilegiato perciò decido di seguire la splendida mulattiera (sentiero 17b) fino a raggiungerla. La chiesa costruita in un posto selvaggio è davvero splendida.




Oltrepasso la chiesa e poco dopo a sinistra si stacca il piccolo sentiero (17b) che sale verso la vetta. Da subito ripido, seguo il sentiero che si inerpica nel boschetto spoglio fino a raggiungere una dorsale. Non ne sono ancora al corrente ma praticamente d’ora in poi questa sarà la dorsale che mi porterà fino in vetta. Nonostante la traccia non sia molto larga e a occhio sembra anche poco battuta è praticamente impossibile perderla anche perchè spesso, uscire fuori traccia vorrebbe dire tuffarsi nel vuoto. Sono emozionato già dal fatto che mi trovo in un luogo che non conosco affatto con l’aggiunta della sensazione di essere da solo tra quelle rocce verticali, che bello.
Seguo fedelmente il sentiero che alterna in un primo momento strappi da ripidi a ripidissimi e successivamente a tratti attrezzati a volte anche esposti. La salita comunque va via veloce, ogni volta che alzo gli occhi mi accorgo di essere salito di un bel pò.


Ad un certo punto delle roccette monto ripide mi sbarrano la strada, pensavo che il sentiero le aggirasse invece gli passa proprio in mezzo, in questo punto devo usare anche un pò di forza di braccia per tirarmi su. Mi ritrovo su un bellissimo dosso panoramico. Alzando gli occhi intuisco la parete verticale dove sono state allestite due scale di ferro per superarle, io però sono senza attrezzatura perciò quando gli arrivo contro, prendo a destra il sentiero che costeggia la paretina con bellissime sculture naturali.

Raggiungo una specie di radura, il sentiero ora ripido, devia nettamente a sinistra e sale dritto puntando la vetta, poco sopra però si adagia spostandosi verso sinistra recuperando la dorsale principale dove si riunisce al sentiero attrezzato lasciato in precedenza, ed ecco vicinissima la croce di vetta addobbata con file di bandierine tibetane.



Dalla vetta il panorama si apre improvviso e spettacolare sul lago di Como. Proseguo per alcuni metri per raggiungere il punto più alto della montagna meno panoramico però. Proseguo ancora alcuni metri per visitare il bivacco Sforza

Ritorno alla croce per godermi uno spuntino in vetta. Mi guardo intorno e con attenzione riesco a vedere il rifugio Brioschi in vetta al Grignone e più a sud anche il rifugio Rosalba sulle pendici della Grignetta.


Per la discesa sfrutto la direttissima che si prende poco più a nord della croce e scende verso sinistra (indicazioni sentiero 17a). Il sentiero, a parte qualche breve tratto, scende molto ripido fino a Sonvico dove ho lasciato l’auto.
Devo dire che questo percorso mi ha proprio sorpreso in modo positivo, in un attimo, praticamente poco dopo la chiesa di Santa Maria sopra Olcio, ti proietta all’improvviso in una zona molto selvaggia, pare di essere entrati in un altra dimensione e anche una volta arrivati sulla dorsale, dove si recupera la vista dei paesi del lago e il tutto possa sembrare più familiare, la presenza di pareti verticali e i passaggi a tratti impegnativi del sentiero ti mantengono sempre ad una certa distanza dalla realtà, se poi gli aggiungiamo il fatto di salire da soli (anche se so che non è consigliabile) la sensazione si amplifica a dismisura.