Cima del Calvo m 2967
Loc. di partenza: Bregolana, val Masino m 980
Dislivello: 2000
Difficoltà: OSA
Partecipanti: io, Tano, Gio 4000, Luca Ferrari, Alessandro
Una vetta selvaggia e lontana da tutto, ben visibile sia quando si esce dalle gallerie di Lecco dalla zona di Colico e sia scendendo da Sondrio a nord della gigantesca cima del Desenigo. Da qualunque parte la si voglia salire il dislivello rimane sempre intorno ai 2000 m. Con gli sci l’approccio migliore è dalla val Masino a patto che si scelga un periodo con neve molto stabile.
Alle 6 siamo al parcheggio della Bregolana (m 1000), oltre, la strada non viene spazzata. Sci ai piedi raggiungiamo e superiamo i Bagni Masino, attraversiamo il ponticello e ci dirigiamo verso la val Ligoncio. Per noi non è stato difficile rintracciare il sentiero perchè l’abbiamo trovato già tracciato, altrimenti potrebbe essere un pochettino più difficoltoso. Giunti all’altezza del grande conoide valanghivo iniziamo a salire inizialmente sci ai piedi poi quando la neve diventa troppo dura mettiamo i ramponi e lo saliamo completamente fino a sbucare su terreno aperto dove rimettiamo gli sci. Per la verità a metà canale potevamo uscirne sulla destra dove passa il sentiero estivo ma siccome non eravamo sicurissimi se si allungava troppo abbiamo preferito salirlo tutto.
Da qui lo spettacolo è garantito, i valloni sembrano fatti apposta per essere sciati e le cime con quelle pareti altissime incutono quasi timore ma allo stesso tempo ti chiamano a sè.
Noi scegliamo di salire il vallone di sinistra ma volendo ci si può spostare su quello di destra che forse è leggermente meno ripido tanto poi nell’ultimo tratto si uniscono.
Il vallone sembra non finire mai ma finalmente dopo lo strappo ripido raggiungiamo l’ultimo anfiteatro dove sulla sinistra la cima del Calvo ci mostra la paretina nord.
Nuovamente con picca e ramponi saliamo la cresta, per un breve tratto ci appoggiamo a nord sotto una roccia, successivamente scendiamo qualche metro e attraversiamo un tratto di neve un pò marcia sul versante sud. Per tornare in cresta dobbiamo risalire delle roccette che realmente non sarebbero difficili se non fossero sporche di neve marcia e se non avessimo i ramponi ai piedi. Dopo averle superate seguiamo più o meno il filo di cresta a tratti esposto e raggiungiamo la vetta.
Sono emozionato e non ci credo ancora, mi guardo attorno per ammirare lo spettacolo e per rendermi conto che è tutto vero. La cima del Calvo finalmente. Nel 2014 con Giacomo e Pierrick eravamo saliti alla bocchetta ma guardando la cresta non mi pareva molto alla mia portata. Devo ammettere che la voglia di salire a questa cima è stata sicuramente accentuata da Mattia Tateo, giovane milanese conosciuto questa estate al bivacco Kima che da quel momento ha continuato a parlarmene in continuazione, tanto da autoconvincermi che era impossibile che non avevo ancora salito questa cima.
Dopo i festeggiamenti ripercorriamo la cresta, per le roccette mettiamo una corda per farci un pò di sicurezza e via torniamo alla bocchetta. Messi gli sci, scendiamo su quei fantastici pendii che solo la val Masino può offrire. Invece di entrare dall’alto sul pendio valanghivo, seguiamo le tracce di discesa precedenti ed entriamo dal sentiero all’incirca a metà canale. La neve della valanga per fortuna ha mollato e si lascia sciare. In fondo invece di seguire il sentiero della mattina, attraversiamo il torrente e prendiamo il sentiero della Omio (non quello originale) e dopo un breve tratto a piedi rimettiamo gli sci e scivoliamo sulla strada dei Bagni fino alla Bregolana.